Il Segreto dell’AI Italiana non è la Velocità: Perché la Lentezza dell’Adozione è la Migliore Opportunità. Perché il Manager Sbaglia e l’Investitore Vince: Il Paradosso AI tra le Eccellenze Italiane e l’Adozione Pigra.
I. LA SCELTA TRA BOLLA O PETROLIO: LA LEZIONE DEL DOT COM
Negli ultimi due anni l’Intelligenza Artificiale è uscita dai laboratori di ricerca per entrare, con prepotenza, nel cuore dell’economia europea con centinaia di startup impegnate a sviluppare modelli generativi, algoritmi predittivi, piattaforme di automazione e servizi data-driven.
Dopo l’esplosione di ChatGPT, l’intero continente ha vissuto una corsa all’innovazione che, diciamocelo, ricorda molto da vicino quella vissuta a fine anni ’90 con la Bolla delle Dot Com.
Per chi, come me, ha attraversato direttamente quell’epoca (con la mia multimedia factory EQUART), il panorama odierno suona come un avvertimento: l’entusiasmo tecnologico, da solo, genera illusioni e bruschi risvegli.
È la grande domanda del 2025: l’intelligenza artificiale è la nuova bolla speculativa o è l’infrastruttura fondamentale, il “nuovo petrolio”, che definirà l’economia di domani?
Il 2023 e il 2024 sono stati anni di esplosione: in Europa si contano oltre 2.500 startup AI.
Oggi come allora, il confine tra innovazione autentica e speculazione è molto sottile e la mia esperienza mi impone un approccio analitico e realistico: ogni rivoluzione tecnologica ha la sua fase di selezione.
L’AI non fa eccezione: non basta “fare AI”, serve dimostrare che l’intelligenza artificiale può generare valore tangibile per imprese e persone.
Per questo, la selezione è iniziata.
L’Investitore Early-Stage oggi non finanzia l’hype, ma l’impatto e la scalabilità, cercando startup che fanno impresa con l’AI, e non solo AI.
Ma rispetto a venticinque anni fa, il mercato europeo mostra segnali di maggiore maturità, con investitori più attenti ai fondamentali e startup più consapevoli della necessità di costruire modelli sostenibili.
I poli europei dell’intelligenza
L’Europa ha i suoi campioni e tre hub, in particolare dominano la scena europea: Parigi, Berlino e Londra.
In Francia, Mistral AI è diventata il simbolo dell’ambizione continentale: un modello open source di AI generativa sviluppato come alternativa europea ai colossi americani, capace di raccogliere oltre 400 milioni di euro in meno di un anno.
In Germania, Aleph Alpha rappresenta l’avanguardia della ricerca applicata alla sicurezza dei dati e alla sovranità tecnologica europea.
Nel Regno Unito, Synthesia continua a consolidarsi come una delle principali piattaforme mondiali di video generativi basati su AI, con clienti globali e un mercato in rapida espansione.
Queste realtà non sono casi isolati, ma nodi di un ecosistema che integra università, centri di ricerca, acceleratori e fondi pubblici, e sono la prova che l’eccellenza c’è.
La Commissione Europea, attraverso i programmi Digital Europe e AI Made in Europe, sta costruendo infrastrutture comuni per la ricerca e l’adozione etica dell’intelligenza artificiale.
II. IL PARADOSSO ITALIA: DAL TALENTO ALL’ADOZIONE PIGRA
In Italia, il numero di startup AI censite dal MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made In Italy) e da Cerved supera le 450 unità nel 2025, con una crescita del 35% in due anni.
Ma è qui che si manifesta il paradosso.
A. L’AI Act e il Vantaggio Competitivo Etico (La Visione Europea)
Mentre gli Stati Uniti guidano gli investimenti in termini di volume, l’Europa sta costruendo la sua leadership sulla sovranità tecnologica e sull’etica.
Mentre la liquidità globale si ritira nell’incertezza, l’Europa si posiziona come leader nell’AI affidabile e conforme.
- Infrastruttura di Base: L’UE sta potenziando attivamente le infrastrutture di calcolo, come dimostra l’ampliamento delle AI Factories e il ruolo del supercomputer Leonardo a Bologna, destinato a fungere da “fabbrica” di modelli IA per l’ecosistema. L’obiettivo primario è ridurre le dipendenze strategiche da Paesi terzi, rafforzando la sovranità tecnologica dell’UE.
- Finanziamento Strategico: L’UE, attraverso strumenti come l’EIC Accelerator scale-up, offre finanziamenti in equity da 10 a 30 milioni per supportare la crescita delle scale-up Deep-Tech. Per l’investitore, questo crea un bacino di startup con una base etica e finanziaria già convalidata.
B. Il Paradosso Italia: Esercizi di Eccellenza e Resistenze Culturali
L’Italia è l’esempio lampante del paradosso AI: ha i talenti e le eccellenze Deep-Tech, ma manca la diffusione nel tessuto PMI, dov’è evidente la diffidenza strutturale all’adozione dell’AI, che rallenta il mercato.
- I Campioni: Startup come Exein (cybersecurity) registrano un CAGR (Tasso Annuo di Crescita Composto dall’inglese Compound Average Growth Rate) del 201,70, dimostrando che la capacità di eccellenza tecnologica esiste ed è pronta per l’espansione europea. Nel settore salute, UnoBravo mostra una crescita significativa, rispondendo a una necessità sociale crescente (l’accesso al supporto psicologico digitale).
- Poi ci sono alcune startup che sono riusciti ad attrarre investimenti significativi o a consolidare una presenza internazionale ma sono solo una minoranza e tra i casi più interessanti spiccano:
- iGenius | Domyn (Milano), specializzata in piattaforme di business intelligence conversazionale;
- Aindo (Trieste), che utilizza dati sintetici per addestrare modelli rispettando la privacy;
- Algor Education (Torino), con soluzioni inclusive per la didattica assistita da AI.
- Il limite principale del mercato italiano resta l’accesso ai capitali. Il venture capital domestico investe ancora poco rispetto agli standard europei, e il trasferimento tecnologico dai centri di ricerca alle imprese procede con lentezza.
- Il Freno Culturale: Il vero nodo e, al contempo, la grande opportunità, risiede nel dato di adozione: solo l’8% delle imprese italiane utilizza l’Intelligenza Artificiale, un valore significativamente inferiore alla media UE . Questa resistenza è prevalentemente culturale, non tecnologica.
Il manager sbaglia perché vede l’AI come un costo da evitare.
L’investitore vince perché capisce che questa complessità culturale radicata è un muro di protezione che, una volta penetrato, garantisce un mercato interno enorme e protetto.
Quindi l’investitore vincente è colui che finanzia le soluzioni che riescono a semplificare l’adozione colmando questo gap, prevenendo la polarizzazione del mercato a due velocità.
III. LA MAPPA DEI CAPITALI E IL VANTAGGIO INVESTITORE
Se la Dot Com ci ha insegnato che il valore risiede nella capacità di fare impresa con la tecnologia, oggi il focus si sposta dal “fare AI” al “fare impresa con l’AI”.
Le startup di successo (quelle da 10X ) sono quelle che uniscono tre dimensioni:
- Tecnologia proprietaria o differenziante.
- Verticalizzazione di settore, con soluzioni pensate per healthcare, manifattura o finanza.
- Sostenibilità e conformità normativa (AI Act-ready), per garantire fiducia a clienti e investitori.
Il futuro del settore passerà dalla capacità di creare partnership industriali solide, non solo prodotti digitali sperimentali.
In questo senso, il ruolo dei Corporate Venture e degli Innovation Hub diventa strategico per trasformare l’AI in vantaggio competitivo.
V. OLTRE IL PROGETTO 10X: IL VALORE DELLA NON SCALABILITÀ
L’errore che l’Occidente ha ereditato dal Dot Com è la fede assoluta nella scalabilità geometrica.
Ma l’AI, specialmente in Italia, ci costringe a riconsiderare il concetto di valore non scalabile.
L’errore che l’Occidente ha ereditato dal Dot Com è la fede assoluta nella scalabilità geometrica.
Ma l’AI, specialmente in Italia, ci costringe a riconsiderare il concetto di valore non scalabile.
- IL VANTAGGIO DELLA COMPLESSITÀ CULTURALE RADICATA: Il manager italiano non è “pigro”, è radicato nella sua stessa complessità. La PMI italiana, con il suo legame territoriale, il know-how artigianale e le filiere consolidate, è l’opposto dello startup digitale. La resistenza culturale è, paradossalmente, il muro di protezione dell’innovazione autentica.
Le startup vincenti non sradicano, ma penetrano questa Complessità radicata.
- LA SCALABILITÀ DELLE NICCHIE ETICHE: L’AI Act non è un freno, ma la leva ontologica dell’Europa. La AI Deep-Tech non cerca l’utenza di massa, ma la soluzione critico-verticale (es. sanità, sicurezza). La conformità etica è il prezzo di accesso a mercati ad alto valore, e l’investitore lungimirante lo sa.
L’opportunità, oggi, è trovare quei progetti che, nell’ottica di una visione etica e normativa UE, stanno colmando il gap di adozione dell’AI nel tessuto economico più pigro: le PMI, soprattutto in Italia.
VI. LA PROSSIMA MOSSA: IL VERDETTO DELL’ADVISOR
Chi, come me che ha vissuto la bolla delle Dot Com, sulla propria pelle, sa che ogni rivoluzione digitale attraversa una fase di entusiasmo, correzione e consolidamento.
La corsa all’AI non è uno sprint, è una maratona di fondo:
l’età dell’AI non sarà definita dal numero di startup nate,
ma da quante di esse riusciranno a durare.
La vera sfida non è più ‘fare AI ‘, ma fare impresa scalabile, etica e risolutiva con l’AI.
L’Europa fornisce il framework normativo più solido ( AI Act ), che nel medio periodo si trasforma in un vantaggio competitivo.
Questo approccio, se da un lato rallenta la velocità dell’innovazione, dall’altro può diventare un vantaggio competitivo nel medio periodo, soprattutto nei settori regolamentati.
La vera rivoluzione in Europa è in atto nei laboratori Deep-Tech e nelle AI Factories, dove l’innovazione si lega all’etica e alla sovranità digitale.
L’Italia dispone di una rete di PMI tecnologiche e una solida tradizione scientifica, di un capitale umano di qualità e i talenti per l’eccellenza e, per l’investitore, uno scudo fiscale senza pari (65 % di detrazione).
L’opportunità è unica: finanziare le soluzioni Deep-Tech (AI applicata nei settori verticali) che hanno il potenziale per risolvere il Paradosso Italiano, convertendo il freno culturale in un volano di crescita.
In altre parole questa è la vision: investire oggi nella soluzione Deep-Tech per generare l’impatto economico di domani.
Ciò che serve ora è un salto di sistema: più collaborazione tra pubblico e privato, più fondi di investimento orientati all’AI e una visione strategica nazionale che superi la frammentazione.
Le startup che sapranno coniugare innovazione, etica e sostenibilità diventeranno il motore della nuova economia europea.
Questi saranno i progetti da $10X$ del Venture Capital Europeo. Tutte le altre resteranno soltanto l’effetto collaterale di un entusiasmo tecnologico che, come sempre, seleziona i migliori.
E infine ricorda “Il Segreto dell’AI Italiana non è la Velocità: Perché la Lentezza dell’Adozione è la Migliore Opportunità. “
Se hai un progetto di Startup Innovativa anche sull’AI puoi contattarci scrivendo a sergio.curadi@avriolab.com
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